Pillola anticoncezionale gratuita: il governo vuole bloccarla. Ma intanto proroga le commissioni che l’hanno approvata

Pillola anticoncezionale gratuita: il governo vuole bloccarla. Ma intanto proroga le commissioni che l’hanno approvata

Pillola anticoncezionale gratuita: il governo vuole bloccarla. Ma intanto proroga le commissioni che l’hanno approvata



Una battaglia che va avanti sottotraccia ormai da tre settimane. Dopo il via libera del 21 aprile alla gratuità della pillola anticoncezionale da parte delle commissioni di Aifa, la tecnico scientifica (Cts) e quella che si occupa di prezzi e rimborsi (Cpr), ci sono state prese di posizione polemiche da aree vicine al governo ma anche nell’esecutivo molti non sarebbero d’accordo con il rimborso del farmaco. I tentativi di boicottare la novità però stanno tutti fallendo. Intanto la lentezza con la quale sta avanzando il progetto di riforma dell’Aifa ha costretto a prorogare ancora una volta proprio le non gradite Cts e Cpr, che resteranno in carica almeno fino ad ottobre. Si è tentato di buttarla sulla spesa economica, cioè sui 140 milioni stimati per pagare la misura, ma anche in quel caso c’è poco margine di azione. Il 24 maggio si mette insieme il Cda, che ha l’ultima parola, e si potrebbe tentare un rinvio. Ma anche quella è una strada strettissima, alla luce di una lettera di febbraio nella quale lo stesso il Consiglio di amministrazione, parlava di “portare avanti il programma di inserimento dei contraccettivi orali nel prontuario del servizio sanitario nazionale”. Il Cda, guidato da Giorgio Palù, potrebbe puntare sui consultori per la distribuzione del farmaco e così seguire la strada già intrapresa da alcune Regioni, come Toscana, Emilia-Romagna, Lazio e altre ancora.

La riforma continuamente rinviata

Il 4 maggio, nel decreto in materia di amministrazione di enti pubblici e società il cdm ha deciso di prorogare Cts e Cpr fino ad ottobre. Sarebbero dovute scadere a giugno in base a un’altra proroga, l’ultima di una lunga serie, che è addirittura iniziata col precedente governo e ha fatto rimanere in carica i tecnici esperti di farmaci che decidono sull’ingresso dei medicinali nel sistema sanitario italiano, sulla loro rimborsabilità e sui loro prezzi, quasi 3 anni in più del previsto. Appena insediato, il nuovo governo aveva annunciato di voler riformare l’agenzia, facendo sparire il direttore generale e lasciando il solo il presidente. Nel frattempo, è stato applicato lo spoil system e allontanato il dg Nicola Magrini, sostituito da una facente funzioni. Resta a presiedere il Cda Giorgio Palù, che vorrebbe tanto rimanere quando sarà approvata la riforma ma che ha il problema dell’età, visto che ha compiuto 74 anni.

La questione economica

E con Aifa in situazione di grande precarietà è arrivata in fondo la questione della pillola anticoncezionale. A parte del governo non piace molto la decisione, tutta tecnica, che permette di non far pagare la pillola a gran parte delle donne. E’ giunta, tra l’altro, mentre si facevano grandi proclami sulla ripresa della natalità, che comunque niente ha a che fare con la gratuità dei metodi anti concezionali. Il 24 maggio si riunirà il Cda, che di solito ratifica le decisioni delle commissioni. E’ quello il momento in cui chi vuole bloccare la novità giocherà le sue carte. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, alla Camera ha detto che potrebbero esserci problemi economici ad assicurare i 140 milioni necessari per la novità e che comunque “andrà valutato che non si concorra allo sfondamento della spesa farmaceutica”. A parte che il governo ha più volte rivendicato una maggiore finanziamento della sanità (da più parti contestato), in realtà i soldi ci sono. Ogni anno in Finanziaria si stanzia il fondo sanitario nazionale, stabilendo quante risorse vanno in farmaceutica. Quella cosiddetta convenzionata, che riguarda prevalentemente i farmaci distribuiti dalle farmacie, vale 8,7 miliardi di euro. Di solito i soldi non vengono spesi tutti, l’anno scorso sono avanzati 700 milioni (poi investiti dalle Regioni in altre spese sanitarie).

Ipotesi distribuzione nei consultori

E la novità di questi giorni è che il Cda, che si è già fatto consegnare dossier e approfondimenti sulla pillola, potrebbe dare l’ok al rimborso della pillole ma solo quelle distribuite attraverso i consultori, che tra l’altro vengono acquistate direttamente dalle Asl, che strappano prezzi migliori di quelli in farmacia. E si potrebbero fare delle categorie, ad esempio le giovani sotto i 25 anni, le donne che hanno partorito o avuto interruzioni di gravidanza, quelle in difficoltà per problemi economici o di salute. Si tratta di quello che succede già in alcune regioni, un’esperienza di estendere a tutta Italia.

La lettera di febbraio: “Andiamo avanti”

Ma Palù e la sua maggioranza in cda potrebbero anche giocare la carta del rinvio. Cioè chiedere approfondimenti. Il problema è che della pillola anticoncezionale si discute in Aifa da gennaio del 2022 e il presidente e i membri del consiglio di amministrazione hanno seguito tutti i passaggi che hanno portato all’approvazione della rimborsabilità da parte di Cts e poi Cpr. Difficile far finta di scoprire dei problemi adesso. E del resto, già nel febbraio di quest’anno il Cda ha firmato una lettera alle due commissioni per chiedere approfondimenti alla Cts dopo che la Cpr aveva avanzato delle richieste. “Ritenendo che tali approfondimenti rappresentino elementi propedeutici all’avvio di una negoziazione con le Aziende, si invitano le Ss.Vv. a proseguire il proficuo confronto, anche alla luce della riforma che interesserà le due Commissioni e allo scopo di portare avanti il programma di inserimento dei contraccettivi orali nel prontuario del Ssn”.



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[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-05-08 21:43:42 ,www.repubblica.it

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